Disponibile dal 14 maggio sulle principali piattaforme streaming, The Nest – L’inganno racconta di Rory (Jude Law), ex broker arrivista alla ricerca della ricchezza e di una realizzazione professionale.
Siamo nel 1986 a New York. Rory è un padre di famiglia e divide la sua vita con la moglie Allison (Carrie Coon) e i figli Samantha e Benjamin. Dopo che la sua famiglia ha dovuto subire già quattro traslochi, sembra che in America abbiano trovato una sistemazione definitiva.
Purtroppo non è così, perché Rory intende spostarsi di nuovo. Questa volta la loro meta sarà l’Inghilterra, precisamente nella città di Londra, dove Rory inizierebbe a lavorare ad un progetto dalle notevoli prospettive finanziarie.
Allison dovrà abbandonare il suo lavoro in un maneggio e tutte le sue abitudini acquisite in terra americana. La donna, pur con tutti i dubbi del caso, si impone di iniziare questa (ennesima) nuova esperienza di vita accanto al marito.
UNA CASA TROPPO GRANDE E VUOTA
Rory non ha alcuna intenzione di vivere a Londra: la metropoli inglese è troppo caotica per i suoi gusti.
Per lui e la sua famiglia l’attende una lussuosa tenuta in campagna, dove numerose stanze potranno essere il teatro ideale affinché tutti loro possano alimentare le loro passioni.
Compresa Allison, che sogna di gestire e costruire un maneggio. Lo spazio attorno alla tenuta è tanto e sembra ideale affinché il suo sogno si avveri.
Ma molto presto gli enormi locali di questa casa risulteranno inadatti per una famiglia di quattro persone, in cui peraltro il pater familias troppe volte è estraneo alla loro quotidianità perché assente, assorto negli affari che consumano la sua vita privata.
La nuova vita di Rory lo porta in una spirale di estrema ansia da prestazioni lavorative, prestazioni che si augura lo portino ad essere sempre più ricco.
La prima regola è semplice: per diventare più facoltoso per prima cosa devi sembrare un uomo facoltoso. Proprio questo atteggiamento risulta essere distruttivo per le finanze di Rory, che si dissolvono in uno stile di vita al di sopra delle sue reali capacità.
UNA REGIA PARTICOLARE
Quello che di primo acchito appariva un nucleo familiare sereno e felice ora risulta essere diviso e pieno di problemi relazionali. Allison si scontrerà spesso con il marito, un individuo che ha assunto un atteggiamento ben diverso da quello che mostrava quando vivevano in America.
La promessa di una estrema ricchezza e di ricoprire il ruolo di un tipico yuppie degli anni ottanta, ha ingigantito tutti i difetti caratteriali di quest’uomo, portandolo ad allontanarsi dalla figura di padre e marito per diventare il ritratto distorto di un essere che pensa solo al successo e al potere.
La sceneggiatura di The Nest – L’inganno non è certamente ricca di eventi né di spunti particolari, dal momento che si fossilizza sulla figura di Rory e sulla sua smodata voglia di raggiungere chissà quale risultato finanziario.
Le scene del film si susseguono ambientate dentro una casa e generalmente in luoghi chiusi attraverso un ritmo compassato, con la cinepresa che volontariamente non segue quasi mai la figura dell’attore mentre recita.
L’occhio della camera preferisce immortalare ambienti esterni rispetto a quelli in cui si consuma, per esempio, una accesa discussione coniugale.
Quello che ne consegue è una direzione artistica distaccata e fredda, che riesce in questo modo a veicolare il profondo disagio di questa famiglia; il ruolo dello spettatore, attraverso la regia di Sean Durkin, si trasforma così in quello di un indiscreto e inedito osservatore.
Il lento e inesorabile decadimento dell’equilibrio coniugale tra Rory ed Allison è contraddistinto dalla drammatica scoperta, da parte della moglie, di essere stata accanto ad un uomo che credeva profondamente diverso.
Ora Rory appare come un uomo sconclusionato e ubriaco di potere, un potere di cui non può disporre realmente ma che può solamente emulare attraverso una falsa vita di agi pagati con soldi che non possiede.