In uscita il 15 novembre 2023 in esclusiva su Sky, The Estate ha come protagoniste Macey e Savanna (Tony Collette e Anna Faris), due sorelle che hanno importanti problemi economici e che rischiano di perdere per sempre un bar che gestiscono da molti anni.
Macey e Savanna hanno due caratteri agli antipodi: la prima è una donna calma e dimessa, con due divorzi alle spalle e che cerca di trovare da tempo un equilibrio sentimentale, mentre Savanna ama esternare le sue emozioni, anche se spesso questo atteggiamento la mette nei guai.
La vita di queste due donne è attualmente un disastro, perché rischiano di perdere il loro amato bar, un prezioso lascito del loro padre oramai defunto.
Oltre a essere un’attività che possa permettere loro un’esistenza dignitosa, questo locale ha quindi anche un grande valore sentimentale.
Tutto sembra perduto, ma non è così: Macey e Savanna vengono a sapere che la zia malata terminale Hilda (Kathleen Turner) sta per passare a migliore vita.
Burbera, antipatica e sboccata, Hilda ha però un grande pregio: possiede una proprietà che vale milioni di dollari.
Se questa respingente donna potesse includere le loro care nipotine nel suo testamento i loro problemi economici sarebbero risolti.
C’è solo un piccolo problema: i rapporti con Hilda non sono mai stati così rosei, dal momento che la donna odia letteralmente la loro madre.
Ma con un po’ di ingegno e buona volontà, Macey e Savanna potrebbero diventare in un battibaleno le sue nipotine preferite.
UN PIANO IMPERFETTO
Le due sorelle, impazienti di incontrare la loro facoltosa parente, salgono di gran carriera sulla Ford scassata e rumorosa di Savanna e si dirigono verso la casa di Hilda, dove rimarranno per i prossimi giorni affinché possano prendersi cura (e allisciarsi per bene) la donna.
Appena entrate in casa c’è una grande sorpresa ad attenderle: la presenza di altri parenti, che già sono arrivati da qualche giorno per familiarizzare con l’anziana morente e provare anche loro ad assicurarsi una fetta di questa appetibile eredità.
L’enorme villa sembra tutto ad un tratto fin troppo piccola per contenere la spropositata avidità non solo di Macey e Savanna, ma anche della cugina Beatrice (Rosemarie Braddock DeWitt) e del cugino Richard (David William Duchovny), due tipi poco raccomandabili.
Beatrice, da sempre altezzosa e arrivista, si è addirittura portata il marito con sé, perché possa sfoggiare le sue doti da chef e cucinare piatti gustosi da propinare a Hilda.
Erotomane e vanesio, Richard è un uomo perennemente abbronzato e dotato di scarse attitudini intellettuali, al momento coinvolto nella creazione di un’app che in verità è totalmente inutile. L’uomo inoltre desidera, quasi ossessivamente, di avere rapporti carnali con una sua cugina.
Con due soggetti di questo calibro, il piano architettato da Macey e Savanna diventa molto complesso da portare a termine, a meno che le due sorelle non trovino modi fantasiosi e geniali per conquistarsi la burbera malata.
RISATE ASSICURATE
The Estate è una commedia che assicura un discreto divertimento, grazie a una sceneggiatura che riesce a mostrare siparietti divertenti, che spesso fanno leva sulla rappresentazione satirica del sesso e di come questo possa essere vissuto anche in tarda età.
Dopo aver descritto perfettamente la grigia vita delle due sorelle protagoniste del film, costrette a vivere all’interno di un piccolo appartamento in compagnia di una madre fin troppo superficiale e di una giovane sorellastra fissata con il gioco di ruolo Dungeons and Dragons e perennemente vestita con costumi fantasy, il film diretto da Dean Craig sposta l’attenzione sul personaggio di Hilda.
Hilda è una donna dotata di un carattere incredibilmente difficile, che ha l’abitudine di trattare chiunque in modo increscioso e che pretende di essere servita e riverita, soprattutto ora che non ha la possibilità nemmeno di alzarsi dal letto in modo autonomo.
Kathleen Turner ha il perfetto phisique du role per apparire come una matriarca dalla voce roboante e dai modi dittatoriali, che non ha alcuna vergogna nell’etichettare le sue nipoti come tristi e squallide donne.
La spontaneità e l’acidità di questa donna sono eccezionali, e sono così naturali che quasi non risultano fastidiosi, perché si capisce perfettamente bene come questi appartengano in modo inscindibile al DNA di questa donna e, si sa, che quello che è scritto nel DNA difficilmente può essere cambiato.
UNA COMICITÀ’ IRRIVERENTE E PRIVA DI QUALSIASI RETORICA
Quello che a mio avviso è il più grande pregio di The Estate è il suo essere divertente e, allo stesso tempo, riuscire a raccontare una storia perfettamente credibile.
Il film di Dean Craig, che ha già diretto altre commedie fra cui il riuscito Funeral Party, è incredibilmente abile nel mettere in scena personaggi pieni di difetti e, per questo, estremamente umani.
The Estate riesce a ironizzare con intelligenza su come gli esseri umani, dopotutto, siano in fondo creature di base mosse da due concetti universali: l’avidità e una grande passione per il sesso, quest’ultimo vissuto spesso attraverso atti perversi.
Dopo aver visto The Estate si capisce bene come i soldi e l’eros siano i due capisaldi del mondo secondo il regista, che non ha alcuna intenzione di usare questi concetti per raccontare una storia drammatica ma, au contraire, per cercare di fare divertire gli spettatori mostrando questi peccati veniali dell’umanità senza filtri e censure, attraverso espressioni sboccate oppure, se dovesse servire, anche mostrando veri e propri organi sessuali.
Con una direzione registica di questo calibro, The Estate sfoggia una irresistibile verve comica e attualissima, soprattutto quando usa il ruolo di Richard per mostrare quanto sia effimero il concetto di business attraverso la tecnologia e le app, dal momento che oramai sembra che non sia più possibile inventare qualcosa di nuovo che già non sia in dotazione in quei piccoli ma potenti computer che ci portiamo sempre appresso.