È passato un anno da quando Gianna (Pilar Fogliati) ha aperto la porta quella fatidica notte di Natale ricevendo una visita inaspettata.
Non c’è stato modo di scoprire chi ha suonato il campanello durante l’importante cena di Natale della sua famiglia perché si chiudeva così, senza sapere quale identità avesse questo misterioso ospite, Odio il Natale, serie romantica e comica che raccontava delle disavventure sentimentali di una trentenne perennemente single.
Nella serie Netflix Gianna è una ragazza che deve scontrarsi, soprattutto durante le festività natalizie, con l’incessante pressione familiare volta a convincerla a trovarsi un bravo ragazzo come compagno e, perché no, futuro marito.
Vivendo innumerevoli peripezie sentimentali, fatte di svariate conoscenze con soggetti maschili del tutto inadatti al suo modo di essere, Gianna alla fine della prima stagione di Odio il Natale trova finalmente un suo equilibrio con un uomo che sembra proprio essere quello giusto.
Finalmente questa ragazza è pronta a vivere il Natale come una ragazza impegnata e felice, almeno fino a quando un suo gesto del tutto inappropriato riuscirà a rovinare la sua stabile relazione.
GIANNA E LA SUA VOGLIA DI AUTODISTRUGGERSI
Sebbene sembrasse che Gianna avesse conquistato la serenità emotiva e sentimentale, ben presto ci accorgiamo come la storia della sua vita si ripeta.
A causa di incomprensioni e della paura inconscia della stabilità, la nostra protagonista compie uno scellerato atto che, in men che non si dica, annulla tutta la fiducia che il suo compagno riponeva in lei e detronizza immancabilmente la sua storia d’amore.
Mancano pochi giorni all’arrivo di Natale e così alla tradizionale cena della sua famiglia, alla quale Gianna voleva partecipare, almeno per una volta, non più da single. Riuscirà a sistemare la sua situazione sentimentale in tempo?
Con questo escamotage narrativo, nella seconda stagione di Odio il Natale il personaggio di Gianna torna nella situazione iniziale, ma stavolta non è l’unica ad avere problematiche sentimentali, perché anche sua sorella Margherita (Fiorenza Pieri) deve ricorrere a tutta la sua buona volontà per cercare di rimettere in sesto il suo matrimonio destabilizzato dalla sua scappatella.
A dire la verità non se la passano bene nemmeno i genitori di Gianna, alle prese con una gravosa crisi matrimoniale, e nemmeno Titti (Beatrice Arnera), che abbiamo lasciato negli scorsi episodi legata al bizzarro Mario (Alessio Praticò).
Insomma, se è vero quel detto latino che recita “mal comune mezzo gaudio”, le pene d’amore di Gianna possono sicuramente essere lenite confrontandole con quelle di persone care a lei vicine.
UN PERSONAGGIO RIDIMENSIONATO
Se nella prima stagione di Odio il Natale gran parte del focus narrativo era basato sul personaggio di Gianna e sulle sue problematiche relazionali, in questa seconda stagione gli equilibri cambiano.
Nei nuovi episodi avremo ancora l’impacciata trentenne come personaggio principale, ma si darà molto più spazio anche alle figure femminili di Titti e Margherita nonché alle due new entry nel cast, che in un battibaleno conquisteranno la simpatia di Gianna e sapranno ispirarle fiducia.
I nuovi personaggi, il vicino di casa Filippo (Pierpaolo Spollon) e sua figlia adolescente Monica (Chiara Bono), avranno tutte le carte in regola per offrire alla tormentata Gianna un punto di vista diverso dal solito, quello di un padre che si ritrova a crescere da solo una figlia in nome di un amore incondizionato.
Non saranno solo loro a stimolare l’intelligenza emotiva della giovane infermiera, perché in ospedale farà la conoscenza anche di Stella (Jenny De Nucci), giovanissima diversamente abile che le insegnerà come la voglia di vivere riesca a sovrastare anche i problemi più insormontabili.
Queste nuove figure all’interno del racconto seriale riescono a colmare il vuoto narrativo che sarebbe stato eccessivo se la trama avesse dato spazio solamente all’autocommiserazione di Gianna e alle sue azioni fin troppo spontanee.
Proprio per questo, dopo aver mostrato il (forzato) espediente narrativo architettato per far tornare Gianna single, la sceneggiatura si ritrova a fare quello che sa fare meglio: raccontare le storie di vita dei pazienti che la protagonista accudisce e le problematiche sentimentali dei suoi amici e dei suoi parenti, trattate con piglio più realistico e condite spesso da un buon senso ironico.