Mi chiamo Francesco Totti, il documentario sul capitano della Roma arriva su Sky il 16 novembre

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«Tutto ciò che è raccontato nel film come tutto ciò che è omesso – è lo specchio di quello che Francesco trova veramente importante nella sua storia, la storia che lo ha portato sino a qui». Così Alex Infascelli nel presentare il suo ultimo film, Mi chiamo Francesco Totti, il ritratto inedito di uno dei più grandi campioni della storia del calcio italiano, che ripercorre tutta la vita e la carriera dello storico capitano e simbolo della Roma.

Tratto dal libro Un Capitano scritto da Francesco Totti con Paolo Condò, edito da Rizzoli, il film andrà in onda in prima TV lunedì 16 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e su Sky Sport Serie A, disponibile anche on demand su Sky e in streaming su Now TV.

 Nella notte prima del suo addio al calcio, Francesco Totti ripercorre tutta la sua vita: dall’infanzia fino alla sua ultima partita all’Olimpico il 28 maggio 2017. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave della carriera del Pupone, scene di vita personale e ricordi inediti.

Tutto narrato attraverso la voce del campione e la lente di Infascelli, il film ripercorre le pagine più importanti dei suoi 25 anni di carriera a partire dall’inizio nella Lodigiani, passando per gli indimenticabili trionfi come lo scudetto, la vittoria della Coppa del Mondo, gli innumerevoli goal, ma anche il rapporto con i tecnici che negli anni lo hanno allenato alla Roma e in Nazionale, l’infortunio prima dei Mondiali del 2006 e la sua storia d’amore con Ilary Blasi.

Il documentario è un racconto intimo, e dello sportivo e dell’uomo, per scoprire come Francesco Totti sia diventato uno dei giocatori più iconici del calcio italiano.

Infascelli ha sottolineato quanto la partecipazione di Totti sia stata fondamentale nella narrazione: «Per fare questo, senza peccare di onnipotenza, avevo una sola possibilità: quella del racconto in prima persona, ovvero: coinvolgere totalmente Francesco, che diventava la sola voce narrante della storia, l’unico che poteva ridimensionare se stesso. Un uomo capace di slanci introspettivi e descrizioni immaginifiche e sorprendenti».