Diretto da Alberto Mascia, Ipersonnia racconta una storia ambientata in un futuro prossimo ove non esistono più le carceri come le conosciamo attualmente.
I detenuti scontano la pena immersi in un sonno profondo, chiamato appunto ipersonno, che permette loro di passare anni in uno stato catatonico.
Un servizio (apparentemente) ideale per svuotare le carceri e che permette di dimezzare i costi di ogni carcerato che lo stato si accolla per mantenerlo durante la sua pena detentiva.
David Damiani (Stefano Accorsi) è uno psicologo che monitora il profilo psicologico dei detenuti dell’ipersonno, che un giorno si ritrova in una situazione che lo costringe a sopportare esperienze che mai avrebbe immaginato di vivere.
Sebbene Ipersonnia possa sembrare, durante i primi minuti di visione, un autentico sci-fi che presenta un futuro distorto in cui la tecnologia permette di annullare l’identità di un carcerato, molto presto il film di Alberto Mascia mostra il suo vero volto, che è ben lontano dalle atmosfere futuristiche e ipertecnologiche.
Da quando il personaggio di Accorsi inizia ad accorgersi che la sua vita è in pericolo, la sceneggiatura trasforma il film in un discreto giallo investigativo, che si concentra sulle pericolose esperienze che David si troverà ad affrontare, immerso in uno stato mentale diviso tra la realtà e il sogno lucido.
Una scelta saggia quella di rendere Ipersonnia un giallo dalle sfumature sci-fi, perché in questo modo riesce a sfruttare al meglio il ruolo di Accorsi, approfondendo tutte le sue complicate dinamiche emotive e psicologiche, soprattutto quando si relaziona con un dramma del passato che non riesce a superare e tenta di gestire la sua relazione con Viola (Caterina Shulha).
Quest’ultima è una donna che di primo acchito sembra essere la tipica femme fatale ma che, in verità, è un’altra vittima delle subdole macchinazioni orchestrate attraverso l’immenso potere dell’organizzazione che gestisce Ipersonnia.
Con una trama che, tutto sommato, non riesce mai ad annoiare e che in alcuni frangenti immerge lo spettatore in un’atmosfera onirica impreziosita da una velata (ma pungente) critica al sistema carcerario e al potere del denaro, Ipersonnia è un film che potrebbe essere ideale per coloro che amano il genere giallo ma che non disdegnano anche plot che presentano un futuro prossimo a tratti dispotico ma anche realistico.