Come è moda da qualche anno al cinema, le favole dell’infanzia vengono riproposte sul grande schermo, soprattutto in termini horror-thriller, per sfruttare il (notevole) plot alla luce di un diverso stile narrativo.
A volte funziona, ed il remake, se così si può chiamare, rende in effetti la fiaba originale un ottimo spunto per arricchire il racconto di tanti notevoli personaggi.
Stavolta il racconto in questione è quello di “Hansel & Gretel”, e se la cosa ha funzionato tutto sommato in modo positivo nel recente film “Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe”, purtroppo questo “Hansel & Gretel e la strega della foresta nera” proprio non riesce a soddisfare.
La “foresta nera” del titolo è un’ottima qualità di marijuana che la strega del film commercia. I tempi sono cambiati, ed i due fratellini oggigiorno non disdegnano fare uso di droghe leggere per rilassarsi.
Proprio per comprare quest’ erba speciale, si rivolgono alla cattiva megera. Quest’ultima ama uccidere e mangiare le proprie prede dipendenti da stupefacenti.
Ma oltre ar fare ottimi spuntini, la cattiva del film si serve dei poveri malcapitati anche per rubare loro la giovinezza.
Il film si dichiara fin da subito un classico splatter, e sebbene le scene gore non siano poi così impressionanti, tutti gli amanti del sangue finto dovrebbero avere di che sfamarsi.
Ma le belle notizie finiscono qua, perché purtroppo il film, sebbene potesse essere un divertente horror tendente allo splatter, non riesce ad intrattenere lo spettatore.
Il personaggio della strega, sebbene accenni a diverse battute durante i suoi omicidi, non riesce ad esprimere quel tipico atteggiamento ironico che tanto imperversa in questo genere di pellicole.
Anche gli omicidi, che potevano sfruttare l’inventiva degli sceneggiatori per mostrarsi quantomeno fantasiosi come nei classici body count degli anni ’80, risultano noiosi e soprattutto poco originali.
Ci si trova di fronte ad una occasione mancata, anche perché per questo genere di film di certo non servono budget faraonici per riuscire, ma spesso soltanto buone idee ed un piglio umoristico che possa fare la differenza.
Di occasioni, stavolta, gli sceneggiatori ne avevano diverse visto il tema principale della favola originaria, ma hanno buttato alle ortiche tutte queste possibilità.
O forse più che ortica si tratta di marijuana, il che spiegherebbe la regia così traballante e gli ambienti di scena così fumosi.