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ride – recensione – la paura corre più veloce della salvezza. max e kyle sono due ottimi amici che condividono l’amore per la spericolatezza. i due praticano diverse discipline acrobatiche, dal parkour fino al riding acrobatico, per poter testimoniare le loro performance attraverso un canale youtube, specchio e testimonianza della loro smodata voglia di provare l’ebbrezza del pericolo. ma i loro frenetici hobby non risultano molto remunerativi, anche se i loro follower sulla televisione digitale più famosa al mondo tendono a crescere vertiginosamente. max, pur essendo single, ha diversi problemi economici, mentre kyle ha una vera e propria famiglia a cui badare, composta dalla sua compagna e da una bambina in tenera età. una situazione sgradevole, che potrebbe risolversi solamente tramite un vero, noioso, lavoro con cui guadagnare quotidianamente. una splendida occasione. ma un giorno tutto potrebbe cambiare. sui telefoni di max e kyle arriva uno strano messaggio con la firma “black babylon”, che descrive sommariamente un invito a partecipare ad una gara di downhill. in palio per il vincitore ci sarebbero ben 250.000 $. un incredibile messaggio del destino, oppure uno scherzo ben architettato. il messaggio campeggia sul display dello smartphone. a loro spetta la decisione se premere “si” o “no”; l’ardua scelta è da consumare entro una manciata di ore, trascorse le quali tutto andrà perso. e’ difficile dire di no a questo invito. poter gareggiare con delle mountain bike e guadagnare così moltissimi soldi per far svoltare la propria vita e, soprattutto, continuare così a vivere potendo fare ciò che più amano. la bicicletta è parte di loro, e loro sono parte di quelle due ruote con cui riescono a creare acrobazie eccezionali. black babylon tieniti pronta ad accogliere i due futuri vincitori. una gopro come telecamera. ride, dei registi fabio guaglione e fabio resinaro, è un film che sceglie di mostrare le scene tramite una gopro, le telecamere indossabili ideali per visualizzare veloci scene in movimento. è inutile negare che questa tecnologia è perfetta per rappresentare tutte le veloci scene che hanno come protagonisti max e kyle in sella alle loro biciclette, intenti a scalare colline e soprattutto scendere ripide discese all’interno di un background forestale. quando i due amici iniziano la gara, per lo spettatore inizierà un vero e proprio viaggio sensoriale, fatto di musica rock ed elettronica e di rapidissime scene che mostrano dalle più svariate visuali tutte le difficili acrobazie dei due riders. il montaggio, estremamente curato, riesce a mostrare innumerevoli prospettive, che vanno dalla “banale” soggettiva a quella più fantasiosa che coglie il punto di vista della fumante ruota della bici. un lavoro cinematografico decisamente originale e soprattutto mastodontico, che unito agli splendidi paesaggi in cui i due protagonisti debbono gareggiare (si inizia dal manto nevoso fino ad ammirare rigogliose vegetazioni boschive) risulta essere sicuramente degno di nota. la gara si interrompe, inizia il terrore. ma i due registi non potevano mostrare solo folli corse per più di 110 minuti. e così non è stato. max e kyle molto presto si accorgeranno che questa misteriosa gara è fin troppo segreta e misteriosa, ma soprattutto nasconde diverse insidie che non erano assolutamente previste. in questo frangente ride inizia a raccontare la storia dietro a black babylon, e lo fa attraverso la comparsa di un terzo personaggio. la musica si interrompe. ora il cordoglio degli attori è la sola colonna sonora disponibile e l’atmosfera non è più così emozionante; si inizia ad avere paura. una paura confusa, proprio come la rappresentazione di black babylon e dei loro (presunti) adepti. dentro la sceneggiatura compare anche un po’ di splatter, giusto per rendere le cose ancora più difficili ai due corridori. tutto sembra prendere una piega diversa all’interno del film. la tecnologia che padroneggia per monitorare il percorso di max e kyle va in tilt. ora rimangono solo loro due. ma non è proprio così perché, prima o poi, la verità trova sempre una via per raggiungere chi si sforza di cercarla. una verità piuttosto scomoda e difficile da gestire. ma oramai non c’è possibilità di cambiare gli eventi, e l’unica via di fuga è continuare a correre. torniamo in pista. max e kyle devono tornare sulle loro bici. il mezzo di trasporto su due ruote è l’unico che può fargli trovare la salvezza. devono arrivare alla fine della gara. la corsa inizia a prendere di nuovo forma, come il ritmo battente che si esplica attraverso le potenti casse della sala cinematografica. ma adesso le orecchie e gli occhi di chi guarda il film sono già pronte per lo spettacolo, che purtroppo non risulta più così originale. la velocità e le action cam iniziano a diventare parte di un progetto ridondante. quando le bici si erano fermate, la sceneggiatura sembrava che avesse iniziato a far girare il motore della creatività. una creatività fatta di tecnologia e di effetti speciali mostrati sullo schermo proprio come compaiono in tanti videogiochi moderni. black baylon si era iniziata a farsi vedere e, francamente, era lecito che lo script svelasse anche qualche altro dettaglio in più riguardo a questa oscura organizzazione. ma sembra che il film ride non abbia voluto concedere troppe informazioni, oppure che queste siano celate fin troppo bene sotto il roboante frastuono che accompagna lo spettatore fino alla fine del film. un vero peccato che l’esercizio di stile cinematografico non abbia trovato un legame con una sceneggiatura che abbia concesso di più alla descrizione dell’avversario numero uno di sam e kyle, anzi, pardon, il “boss finale da sconfiggere”, come dicono loro stessi. che sia stata una scelta ponderata? molto probabile, soprattutto pensando al fumetto ed al romanzo che seguono le vicende del film che usciranno assieme al film in edicola ed in libreria. dove vedere ride. powered by justwatch
Max e Kyle sono due ottimi amici che condividono l’amore per la spericolatezza. I due praticano diverse discipline acrobatiche, dal parkour fino al riding acrobatico, per poter testimoniare le loro performance attraverso un canale Youtube, specchio e testimonianza della loro smodata voglia di provare l’ebbrezza del pericolo.
Ma i loro frenetici hobby non risultano molto remunerativi, anche se i loro follower sulla televisione digitale più famosa al mondo tendono a crescere vertiginosamente.
Max, pur essendo single, ha diversi problemi economici, mentre Kyle ha una vera e propria famiglia a cui badare, composta dalla sua compagna e da una bambina in tenera età. Una situazione sgradevole, che potrebbe risolversi solamente tramite un vero, noioso, lavoro con cui guadagnare quotidianamente.
UNA SPLENDIDA OCCASIONE
Ma un giorno tutto potrebbe cambiare. Sui telefoni di Max e Kyle arriva uno strano messaggio con la firma “Black Babylon”, che descrive sommariamente un invito a partecipare ad una gara di downhill. In palio per il vincitore ci sarebbero ben 250.000 $.
Un incredibile messaggio del destino, oppure uno scherzo ben architettato. Il messaggio campeggia sul display dello smartphone. A loro spetta la decisione se premere “si” o “no”; l’ardua scelta è da consumare entro una manciata di ore, trascorse le quali tutto andrà perso.
E’ difficile dire di no a questo invito. Poter gareggiare con delle mountain bike e guadagnare così moltissimi soldi per far svoltare la propria vita e, soprattutto, continuare così a vivere potendo fare ciò che più amano.
La bicicletta è parte di loro, e loro sono parte di quelle due ruote con cui riescono a creare acrobazie eccezionali. Black Babylon tieniti pronta ad accogliere i due futuri vincitori.
UNA GOPRO COME TELECAMERA
Ride, dei registi Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, è un film che sceglie di mostrare le scene tramite una GoPro, le telecamere indossabili ideali per visualizzare veloci scene in movimento. È inutile negare che questa tecnologia è perfetta per rappresentare tutte le veloci scene che hanno come protagonisti Max e Kyle in sella alle loro biciclette, intenti a scalare colline e soprattutto scendere ripide discese all’interno di un background forestale.
Quando i due amici iniziano la gara, per lo spettatore inizierà un vero e proprio viaggio sensoriale, fatto di musica rock ed elettronica e di rapidissime scene che mostrano dalle più svariate visuali tutte le difficili acrobazie dei due riders.
Il montaggio, estremamente curato, riesce a mostrare innumerevoli prospettive, che vanno dalla “banale” soggettiva a quella più fantasiosa che coglie il punto di vista della fumante ruota della bici.
Un lavoro cinematografico decisamente originale e soprattutto mastodontico, che unito agli splendidi paesaggi in cui i due protagonisti debbono gareggiare (si inizia dal manto nevoso fino ad ammirare rigogliose vegetazioni boschive) risulta essere sicuramente degno di nota.
LA GARA SI INTERROMPE, INIZIA IL TERRORE
Ma i due registi non potevano mostrare solo folli corse per più di 110 minuti. E così non è stato. Max e Kyle molto presto si accorgeranno che questa misteriosa gara è fin troppo segreta e misteriosa, ma soprattutto nasconde diverse insidie che non erano assolutamente previste.
In questo frangente Ride inizia a raccontare la storia dietro a Black Babylon, e lo fa attraverso la comparsa di un terzo personaggio. La musica si interrompe. Ora il cordoglio degli attori è la sola colonna sonora disponibile e l’atmosfera non è più così emozionante; si inizia ad avere paura.
Una paura confusa, proprio come la rappresentazione di Black Babylon e dei loro (presunti) adepti. Dentro la sceneggiatura compare anche un po’ di splatter, giusto per rendere le cose ancora più difficili ai due corridori.
Tutto sembra prendere una piega diversa all’interno del film. La tecnologia che padroneggia per monitorare il percorso di Max e Kyle va in tilt. Ora rimangono solo loro due. Ma non è proprio così perché, prima o poi, la verità trova sempre una via per raggiungere chi si sforza di cercarla. Una verità piuttosto scomoda e difficile da gestire. Ma oramai non c’è possibilità di cambiare gli eventi, e l’unica via di fuga è continuare a correre.

TORNIAMO IN PISTA
Max e Kyle devono tornare sulle loro bici. Il mezzo di trasporto su due ruote è l’unico che può fargli trovare la salvezza. Devono arrivare alla fine della gara. La corsa inizia a prendere di nuovo forma, come il ritmo battente che si esplica attraverso le potenti casse della sala cinematografica.
Ma adesso le orecchie e gli occhi di chi guarda il film sono già pronte per lo spettacolo, che purtroppo non risulta più così originale. La velocità e le action cam iniziano a diventare parte di un progetto ridondante.
Quando le bici si erano fermate, la sceneggiatura sembrava che avesse iniziato a far girare il motore della creatività. Una creatività fatta di tecnologia e di effetti speciali mostrati sullo schermo proprio come compaiono in tanti videogiochi moderni.
Black Baylon si era iniziata a farsi vedere e, francamente, era lecito che lo script svelasse anche qualche altro dettaglio in più riguardo a questa oscura organizzazione.
Ma sembra che il film Ride non abbia voluto concedere troppe informazioni, oppure che queste siano celate fin troppo bene sotto il roboante frastuono che accompagna lo spettatore fino alla fine del film. Un vero peccato che l’esercizio di stile cinematografico non abbia trovato un legame con una sceneggiatura che abbia concesso di più alla descrizione dell’avversario numero uno di Sam e Kyle, anzi, pardon, il “boss finale da sconfiggere”, come dicono loro stessi.
Che sia stata una scelta ponderata? Molto probabile, soprattutto pensando al fumetto ed al romanzo che seguono le vicende del film che usciranno assieme al film in edicola ed in libreria.
Dove vedere Ride