La serie televisiva sudcoreana Squid Game di Netflix, uscita nel 2021, ha avuto un grandissimo successo, perché offriva una sceneggiatura distopica tremendamente violenta, caratterizzata da un plot che metteva al centro della narrazione centinaia di uomini e donne che partecipavano a una serie di sfide per guadagnare un enorme premio in denaro.

Quello che contraddistingueva Squid Game dagli altri giochi a premi classici era la modalità di eliminazione dei partecipanti, che consisteva nella vera e propria morte di essi.

Sebbene mettere in scena giochi in cui partecipano uomini e donne che mettono in gioco la propria vita non sia una trovata così originale (basti pensare ai due romanzi La lunga Marcia e The Running Man di Stephen King), Squid Game vantava una qualità produttiva e registica che riusciva, indubbiamente, a veicolare molta ansia ed emozioni nello spettatore.

Tutti gli estimatori dello show coreano, in attesa dell’arrivo della seconda stagione, dal 22 novembre 2023 possono intrattenersi nuovamente con le spietate sfide che ben conoscono attraverso la visione di Squid Game: La sfida, un nuovissimo reality Netflix in cui partecipano veri e propri concorrenti, intenti a vincere un montepremi di ben 4,56 milioni di dollari.

Grazie ad un’anteprima stampa di Netflix ho potuto visionare i primi cinque episodi dei dieci in totale.

NON C’E’ SANGUE, MA SOLO INCHIOSTRO

La prima puntata di Squid Game: La sfida va subito al sodo, mostrando i numerosi concorrenti intenti a cimentarsi nel primo gioco: un, due, tre, stella!

Quello che era un passatempo innocuo e divertente, praticato soprattutto in tenera età, nella serie TV Squid Game diventa un gioco mortale.

Le regole del gioco sono quelle che ognuno di noi conosce perfettamente: in un certo lasso di tempo i partecipanti possono muoversi e camminare per arrivare alla fine di un percorso, ma devono necessariamente fermarsi quando l’arbitro del gioco, che dà loro le spalle, volta il suo sguardo per controllarli. I giocatori che ancora si muovono mentre sono osservati sono eliminati.

In Squid Game: La sfida, proprio come nella serie originale, l’arbitro della sfida è rappresentato da una enorme bambola che ha la capacità di ruotare la testa a 360 gradi, proprio come una famosa bambina indemoniata protagonista del film horror più famoso di sempre.

Quando lo sguardo di questo inquietante ed enorme robot scorge, attraverso i suoi sensori elettronici, il movimento di qualcuno, quest’ultimo ha finito di partecipare alle sfide.

Se nella serie originale i perdenti venivano uccisi senza pietà, in Squid Game: La sfida quello che vedremo sarà solo una simulazione di morte, imbastita tramite la comparsa di inchiostro nero sul petto del giocatore uscente, che si accascerà per terra proprio come se avesse perso la vita.

CONOSCIAMO MEGLIO I PARTECIPANTI

Dopo aver osservato l’eliminazione di svariati concorrenti, stesi per terra esanimi e delusi dalla loro precoce esclusione, è tempo di entrare nel vivo del gioco e conoscere meglio alcuni partecipanti e le dinamiche ludiche di Squid Game: La sfida.

In Squid Game: La sfida i concorrenti dovranno vivere diversi giorni tutti assieme in dormitori appositi, dove dormiranno, si laveranno e mangeranno proprio come fanno quotidianamente.

Squid Game: La sfida dunque non offre solo la visione di diversi giochi a tema, ma descriverà anche il modus vivendi di alcuni personaggi del reality Netflix, che racconteranno parte della loro vita attraverso brevi interviste.

Sebbene manchi del tutto la violenza esplicita in questo reality, Squid Game: La sfida costringe comunque ogni partecipante a fare i conti con una gestione delle sfide spesso spietate, che possono potenzialmente minare i rapporti interpersonali creatisi tra i giocatori.

Oltre che metterli alla prova con giochi come Un, due, tre, stella e altre sfide che tutti gli amanti della serie originale riconosceranno perfettamente, spesso i concorrenti dovranno misurarsi nelle cosiddette “Prove eliminatorie”.

Queste ultime sono delle sfide che coinvolgono uno o più giocatori volontari, che possono offrire ricompense come vantaggi particolari oppure costringere un concorrente a scegliere altri compagni di gioco da eliminare.

Sono proprio queste inaspettate prove che alzano l’asticella emozionale del reality Netflix, perché mettono alla prova i nervi dei partecipanti, che hanno spesso la grande responsabilità di decretare la fine dell’esperienza ludica di un altro concorrente, senza che questo abbia maturato demeriti in un gioco ufficiale.

LO SPIN OFF FUNZIONA

Dopo la visione di questi primi cinque episodi è innegabile come il reality proposto da Netflix riesca a coinvolgere lo spettatore, grazie alla perfetta ricostruzione della scenografia della serie originale, che riproporne inoltre anche gli iconici personaggi vestiti di rosso e dal volto coperto, impegnati, senza proferire una parola, a gestire l’organizzazione dei giochi.

L’ambiente di Squid Game: La sfida, anonimo e privo di colori, è ideale per instillare un certo disagio nei partecipanti, che necessariamente devono cercare di costruire legami amicali tra di loro, non solo per creare gruppi utili per essere più coesi e così più performanti nei giochi, ma anche per cercare una sorta di ristoro emotivo dopo le difficili prove fisiche ed emozionali a cui saranno sottoposti.

Attraverso le canoniche interviste personali e un’accurata regia, impreziosita da una punteggiatura musicale sempre idonea a suscitare pathos, Squid Game: La sfida riesce a far fidelizzare lo spettatore con alcuni partecipanti, che necessariamente potrebbero uscire dopo pochi attimi dal gioco, suscitando così un certo dispiacere.

Con queste caratteristiche, i primi cinque episodi di Squid Game: La sfida scorrono che è un piacere, riuscendo a intrattenere e incuriosire il pubblico, che non avrà mai la certezza che quel determinato partecipante, che magari si dimostra particolarmente simpatico, possa andare avanti nella competizione anche se supera con successo le prove principali.

Dove vedere Squid Game: La sfida
COMMENTO
I primi cinque episodi di Squid Game: La sfida dimostrano come lo spin-off della famosissima serie Netflix riesca a coinvolgere anche senza la presenza della smodata violenza. Questo nuovo reality, mettendo in scena svariati giochi dall’alto tasso emozionale che costringono i concorrenti a fare i conti con importanti decisioni morali, sa come coinvolgere lo spettatore, perché mostra loro non solo canoniche sfide, ma anche dinamiche sociali piuttosto interessanti. In Squid Game: La sfida ci sono in ballo sentimenti come l’amicizia e il senso di appartenenza a un gruppo, concetti importanti che stridono con la tipica bramosia del denaro. Sebbene sia fondamentale creare legami di affetto e di rispetto, alla fine il vincitore di Squid Game: La sfida sarà solo uno. Quest’ultimo sarà quindi costretto a rinunciare ai propri sentimenti in nome del dio denaro, rappresentato in bella vista all’interno del dormitorio come una enorme palla trasparente in cui vi sono centinaia di banconote, pronte a essere donate a chi prevarrà. Una ricostruzione non indifferente della società attuale, spesso invaghita fin troppo del potere del denaro e poco avvezza a dare rilevanza a preziosi concetti come l’amicizia e l’amore.
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Luca Spina
Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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