Licantropus (il cui titolo originale è Werewolf by Nnight) è uno speciale Marvel che porta sullo schermo il personaggio di Jack Russel (Gael García Bernal), un uomo che durante le notti di luna piena si trasforma in un feroce lupo mannaro.
Licantropus nasce come fumetto Marvel nel 1972, aggiungendo così alla lunga lista dei supereroi della casa editrice americana una vera e propria creatura mostruosa, che fornisce all’universo Marvel una connotazione creativa più orientata all’horror piuttosto che alla solita fantascienza.
Approfittando dell’avvento di Halloween Disney ha voluto rendere disponibile, sulla piattaforma streaming Disney+, uno show che raccontasse la storia di questo uomo lupo che, di fatto, potrebbe rappresentare un prologo in vista di una futura serie a lui dedicata.
Con l’arrivo di Licantropus Disney vuole sottolineare inoltre come anche l’horror sia un genere di primaria importanza per Marvel e i suoi futuri piani di intrattenimento.
Questo speciale, presentato come una pellicola in bianco e nero, è una vera e proprio lettera d’amore per i film dell’orrore degli anni ’30 e ’40, anni in cui il genere cinematografico più spaventoso per eccellenza cercava di terrorizzare gli spettatori con l’ausilio di effetti speciali elementari immersi in atmosfere macabre e tenebrose.
ERA UNA NOTTE BUIA E TEMPESTOSA
Licantropus è ambientato in una notte buia e oscura, in cui diversi cacciatori si stanno recando verso il Blood Temple, una sinistra dimora ove abitava il più grande predatore di mostri sulla faccia della terra.
Quest’ultimo era il detentore della potentissima Bloodstone, antico artefatto che ha la capacità di sconfiggere qualsiasi entità sovrumana.
Secondo un’antica tradizione, alla sua morte quest’arma deve essere tramandata ad un altro valoroso predatore.
Proprio per questo diversi cacciatori si devono fronteggiare affinché il più valoroso possa acquisire la Bloodstone.
Riuscire in questa ardua impresa non sarà tanto semplice, perché la reliquia dovranno strapparla dal corpo di una enorme e minacciosa creatura.
Anche Jack Russel è in procinto di varcare la soglia del Blood Temple per partecipare a questa sanguinaria tenzone: il suo atteggiamento non sembra poi così aggressivo, sopratutto quando si rivolge a Elsa Bloostone (Laura Donnelly), figlia del padrone di casa passato oramai a miglior vita.
BLACK & WHITE
Ad eccezione della potente pietra Bloodstone, che mostra un colore rosso acceso, Licantropus è girato come se fosse in bianco e nero.
Il proposito del regista Michael Giacchino è quello di simulare una vera e propria pellicola degli anni trenta, comprensiva di quei classici artefatti che, occasionalmente, comparivano in video a testimonianza di come il girato fosse piuttosto vecchio.
L’atmosfera di Licantropus, al di là della scelta della mancanza dei colori, è decisamente riuscita, complice una sceneggiatura immersa in una minacciosa nebbia e in un persistente buio che rende tutte le scene piuttosto tetre.
Dopo aver assistito all’introduzione dei titoli Marvel, completamente riadattati per l’occasione, assistiamo alla prefazione del film, contraddistinta da un breve racconto che spiega efficacemente la storia della famiglia Bloodstone e la loro opera di caccia verso creature mostruose, da sempre osteggiate e viste come una minaccia per il genere umano.
Sia la profonda voce del narratore, che riporta in mente figure statuari dell’horror degli anni ’40 come Peter Cushing, che lo stile grafico retrò dei titoli di testa, non fanno altro che esaltare il mood cinematografico incredibilmente nostalgico.
Licantropus, per pura (e apprezzabile) coerenza ideologica, rinuncia ad un uso smodato di effetti speciali digitali, mostrando in compenso riusciti combattimenti, che mettono in risalto l’uso di abbondante sangue finto, che privato dei suoi colori naturali si mostra nero come il petrolio risultando così ancora più impressionante.
La direzione artistica dello show Disney inoltre fa uso di una regia che, proprio come accadeva in quegli anni, spesso incalza nell’uso di primi piani, per esacerbare lo spavento e il dolore degli attori coinvolti in scene dall’alto tasso di drammaticità.
Infine anche il suono e la colonna sonora sono un inno all’horror di quegli anni, con strumenti musicali che con veemenza mettono in risalto la comparsa di una creatura mostruosa e la sua indubbia pericolosità.
I VERI MOSTRI SIAMO NOI
In tutto questo fiorire di nostalgia horror, fortunatamente c’è spazio anche per introdurre il personaggio di Jack Russel.
Jack si presenta come un uomo garbato, mite e accondiscendente. Tutto l’opposto di come apparirà una volta che le sue forme umane lasceranno il passo ad enormi muscoli animali ricoperti di una folte peluria.
La sceneggiatura di Licantropus concede molto spazio anche ad Elsa Bloostone, una donna che ha una personalità del tutto lontana da quella di suo padre e che, proprio per questo, è in continuo conflitto con la sua perfida madrina.
Il rapporto tra Elsa e Jack presto si farà più definito, occasione ideale per descrivere ancora meglio il carattere di questi due personaggi che si trovano a familiarizzare per puro caso.
Quando scopriremo di più su Jack e il suo passato, sarà il momento ideale per mostrare una prospettiva ben diversa da quella classica, che vede ogni creatura mostruosa degna di essere uccisa perché indegna di stare su questo mondo sovrano di soli esseri umani.